sabato 26 settembre 2020

VIAGGIO ALLE METEORE (TAPPA A TRIKALA, PYLI, LARISSA)

Settembre 2020  

 

Secondo viaggio post Covid. 

 

 


Meteora , che come dice Wikipedia,  prende il nome dalla  lingua greca Μετέωρα, pronunciato [mɛtɛoɾɐ], letteralmente "in mezzo all'aria" dal greco "META'" "in mezzo a" e "AER" aria, "sospeso in aria" o "in alto nei cieli".Un viaggio pensato e sognato già due anni fa , poi causa altre destinazioni e il Virus Covid ho rinviato fino a che , organizzato in buona parte,  parto finalmente per vedere le Meteore.

 


Parto da Bergamo dove all'ingresso aeroporto mi rilevano la temperatura. Tutto in ordine. Ingresso snello, infatti siamo quasi in 50 a bordo dell’aereo. Niente assembramento. Venti minuti prima della prevista partenza siamo già proni per spiccare il volo.

Atterro a Salonicco. Nell’aeroporto greco controllo visivo del Qr code (prima di partire per la Grecia bisogna registrarsi su Travel.gov.gr, comunicare i tuoi dati, dove alloggerai e per quanto rimani nel Paese). Niente lettura del QR code con lo scanner. Niente tampone. In meno di tre minuti esco dall’aeroporto.

A Salonicco avevo già noleggiato macchina mediante Rentalcars. Pagato Full Risk, così nessuna ansia di piccoli incidenti o verifiche sul telaio. La macchina è con Enterprises. Per andare a prendere l’automobile bisogna aspettare navetta che ti porta oppure fare 3Km a piedi. Io ho optato per quest’ultimo. Firmo contratto, parlo un po’ del Covid, confrontando i due paesi, con l’addetto e parto. Ho in dotazione una Suzuki Baleno.


Sono 230 Km di viaggio per arrivare. Sono 2 le barriere autostradali per il pagamento pedaggio ( totale 3,40 € ). Autostrada, circondata dal nulla, piena di autovelox. Non so se veri o presunti. Cerco di mantenere la velocità prevista.

Mi fermo un autogrill che si trova lungo il viaggio. Panino con salsiccia e bottiglia d’acqua 4€. Prezzi buoni rispetto all’Italia.

Dopo alcuni Sali e scendi arrivo a Kastraki, il paese vicino al sito delle Meteore. S’intravedono già le rocce che faranno da contorno ai Monasteri, come se le proteggessero. Parcheggio auto e entro al Meteoritis Hotel, la mia casa o stanza per quattro giorni. Un buon albergo. Il responsabile ti spiega in maniera easy orari monasteri e come arrivare.


In camera per una doccia. Esco e vado a piedi fino al centro della città, alcuni Km dall’albergo. Compro qualche souvenir. Gironzolo. Prima dell’albergo trovo una taverna con giardino, vista rocce. Mangio un Souvlaki di pollo e Tzatziki. Gatti piccoli mi fanno compagnia con il loro arruffarsi e fame. Torno in albergo.




2° giorno

“La vera bellezza sta nel rispetto delle proporzioni, in cui i Greci vedevano la corretta raffigurazione dell’ordine della Natura.” Alessandro Panico


Colazione a buffet in albergo con addetta che ti riempie il piatto su quello che tu indichi. Decido di andare a piedi. I monasteri che sono 6 e sono sparsi verso la strada, l’ultimo è distante 1 h 30 minuti circa dall’albergo. Per vederli tutti c’ho impiegato due giorni.

Nell’XI secolo alcuni eremiti si isolarono su queste rocce sia per una questione spirituale che per le persecuzioni dei cristiani da parte dei Turchi. I primi monasteri sulla sommità delle rocce vennero costruiti intorno al XIV. Divennero in poco tempo famosi centri di culto. Ne furono costruiti ben 24, ad oggi ne sono rimasti in piedi 6. Per la strada si possono notare qualche rudere. Le  Meteore sono state dichiarate nel 1998 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.

Sulla formazione di queste rocce ci sono delle teorie non confermate. Quella più accreditata ritiene che un tempo qui ci fosse il mare e le meteore non fossero altro che dei depositi


sedimentari stratificati. A seguito di movimenti della crosta terrestre il mare si svuotò e questa zona assunse una sfumatura ancor più montana. Restarono quindi i pinnacoli dei sedimenti che nel frattempo si erano induriti ed increspati. Col passare del tempo gli agenti atmosferici, in primis il vento, hanno levigato e dato le sembianze attuali alle Meteore.

La seconda teoria sostiene invece che siano la conseguenza di un forte terremoto che abbia modificato in maniera sostanziale questa zona.

Il primo monastero si trova ad appena 15 minuti a


piedi dall’albergo.


 

Bisogna tener conto sia degli orari che dalle chiusure dei vari monasteri.



Agios Nikolaos
aperto dalle 9.00 alle 16. Chiusura Venerdì

Roussanou aperto dalle 9.00 alle 17 (9,30-17 la Domenica). Chiuso il Mercoledì

Gran Meteora Aperto dalle 9.00 alle 15. Chiuso il Martedì

Varlaam Aperto dalle 9.00 alle 16. Chiuso il Venerdì

Agia Triada Aperto dalle 9.00 alle 17. Chiuso il Giovedì.

Santo Stefano Aperto dalle 9.00alle 13.30 dalle 15.30 alle 17.30 chiuso il lunedì.

Se andate nel weekend sono tutti aperti.

Il primo che troveremo sulla nostra strada è Agios Nikolaos, il più piccolo. Le scale per la prima volta pesano poi per gli altri monasteri riesci ad arrivare senza fiatone.

 


LA bellezza del luogo circostante e il pensiero della costruzione sulle cime è meraviglioso. Il panorama dall’alto è bellissimo. Prezzo Ingresso per ogni monastero è di 3 €. Vale la pena vederli tutti. Bellissimi sono gli affreschi del 1527 d.C di Theofanis il Monaco. (Theophanes Strelizas)

IN alcuni monasteri è severamente vietato fare foto. In altri, anche se presente cartelli, sono più tollerabili.

Assaporato il panorama e il monastero scendo le scale e mi incammino al prossimo monastero.

 


Le rocce mi fanno da contorno in questo cammino. Fotografo molto.

Arrivo a Roussanou. Si sale di meno. Il monastero dei gatti, ce ne sono moltissimi sia ai piedi che nel ponte all’interno.

Qui sono più tolleranti per le foto. Riesco a fotografare anche la chiesa. Ora è un monastero femminile.

Io lo trovo molto bello. Splendide le vetrate colorate. All’interno c’è anche un piccolo negozietto di souvenir, dove faccio compere.

La tecnica degli affreschi della chiesa sono della Scuola Cretese dell’iconografia. Eseguiti da Tzortzes.

Una delle leggende arrivate a noi dice che Roussanou proviene da uno degli abitanti che ha abitato le rocce: Arsenios. Nel tempo è diventato Roussanou. Nel nartece si possono vedere varie composizioni dell’ultimo giudizio. Il monastero  venera Santa Barbara protettrice , tra alcuni, di armaioli e artiglieri.


A piedi arrivo fino ai due monasteri vicini. Gran Meteora e Varlaam.

Se devo usare un metro di giudizio sulla bellezza ho trovato Varlaam il più bello tra quelli visitati. Nei due monasteri l’atmosfera e l’ambiente è diverso. All’esterno si trovano bancarelle che vendono souvenir. Presente anche camion che vende panini e bibite.

Il panorama sia sulle scale che la vista di un monastero da un altro è assolutamente sensazionale. Un qualcosa che sarà inimitabile negli altri viaggi.

 


Si possono vedere funi usate fino agli anni Trenta per calare provvigioni e monaci. Durante la mia permanenza ho visto un monaco che mediante una specie di cabina attaccata ad una fune, sospesa nel vuoto,  passa dalla terra ferma al monastero.  Interessanti gli affreschi tardo-bizantini dell’artista Frangos Kastellanos, il piccolo museo o il grandioso dipinto murale in cui Alessandro Il Grande viene raffigurato come un umile scheletro.

Varlaam è stato famoso nel tempo come Centro di cura dei vari monaci malati. La parte nord è alta 123 metri, mentre la parte sud 373 metri.


I monaci cambiano nome durante la sua tonsura e fa tre voti a Dio : Voto di Obbedienza, Voto di Castità ( che non vuol dire rinuncia al matrimonio, ma amore incondizionato verso Dio), Voto di povertà.


A Varlaam c’è il Gran Meteora. Il più grande dei 6. Il monastero ha 3 musei: Museo Ecclesiastico, Folklore e Monastico. Stupenda la foto di Hitler gettato da una roccia di un monastero.

Qui si vede in modo in pieno e magistrale la città lontana.


Il monastero è Noto anche come monastero della Trasfigurazione di Gesù. Fondato da Sant’Atanasio delle Meteore nel Trecento, divenne ricchissimo in seguito alla generosa donazione dell’imperatore serbo Symeon Uros, che decise di abbandonare la sua posizione privilegiata per diventare monaco.

Gli affreschi presenti sono veramente stupendi, come in tutti i monasteri. Il pensiero della costruzione di questi architettonici siti rendono la bellezza del luogo. Gli affreschi la contornano di qualcosa di mistico e di impareggiabile.

Scendo dal monastero e compro un hot dog con una bottiglia d’acqua (2 €).

Si sale arrivo al quinto monastero. Sopra la roccia ma completamente isolato e con il vuoto intorno alla roccia. Infatti per salirci bisogna scendere e poi salire.


Visto l’orario e la stanchezza decido di vederlo il giorno dopo, insieme a Santo Stefano.

Torno in albergo. Doccia e qualche ora di sonno.

 

Vado in città a Kastraki. C’è un posto che si vede un tramonto bellissimo anche se il sole muore oltre le montagne.

Mangio stesso posto del giorno prima. Dove si mangia bene si torna. Taverna Battalagianni.

 

 

 

 

3° giorno

“La grande scoperta dei Greci fu quella di considerare la natura non come qualcosa di estraneo all'uomo che in essa vive, ma come un mondo ben ordinato nel quale egli può realizzare i suoi progetti.”  William Boyd



 

Si prende la macchina e si arriva da Agia Triada. Il più faticoso per salita ma di una bellezza unica come panorama. Le scale entrano nella roccia.

Sono 140 i scalini da fare per raggiungere il monastero. La cattedrale principale del monastero fu costruita nel XV secolo e decorata con affreschi nel 1741 da due monaci. I dipinti murali sopravvissuti oggi sono opera degli agiografi Antonios il sacerdote e di suo fratello Nicolaos.

Di grande interesse è la cappella di Timios Prodromos (San Giovanni il Precursore), una piccola chiesa circolare con cupola, scavata nella roccia, interamente decorata con pitture murali di belle arti risalenti al 1682.



Una parte del monastero è stata utilizzata come ambientazione per le scene finali del film di James Bond “Solo per i tuoi occhi” con Roger Moore e Carole Bouquet.

Si parte e si arriva all’ultimo monastero Santo Stefano. Non ci sono scalini e all’altezza strada.

Al suo interno c’è il famoso sacro cranio di San Caralampos, che è diventato il secondo santo protettore del monastero. Fu usato come nascondiglio per “Guerrieri della Lotta macedona” durante le lotti di liberazione della Macedonia. Durante l’occupazione nazista il monastero fu bombardato, la chiesa di San Caralampos distrutta e il Priore arrestato e imprigionato. Nel 1961 divenne un convento femminile.

La vecchia mensa è ora un museo.

 


Dopo la visita si parte e si arriva a Trikala. Questa città menzionata nell’Iliade di Omero, si trova a 25 Km dall’ultimo monastero.

In Grecia è difficilissimo trovare parcheggio. Lascio l’auto un po’ fuori e cammino fino verso il centro. Prima tappa è il castello bizantino. All’interno del sito c’è anche un bar e una zona ristoro.

Il castello non è visibile al suo interno, ma solo la parte esterna. C’è una passeggiata nella zona archeologica che ti porta sia al castello che alla Torre dell’orologio. All’ingresso ti lasciano una brochure nelle principali lingue tranne l’italiano.


Tutto gratis con apertura dalle 9 alle 16. Il panorama della città è carino.

Vado verso il ponte principale della città che fu costruito nel 1886 è un po’ il punto di riferimento di Trikala. Si trova nei pressi della piazza centrale e della zona pedonale di Asklipiou.

A Via Apollonos ci sono degli ombrelli colorati arcobaleno sospesi in aria. Molto suggestivo. La città è piena di persone che fa colazione e stanzia nei vari tavolini degli innumerevoli caffè della città.


E’ una città molto viva. Mi piace.

 

Scendo verso il fiume Litháios che attraversa la città e cammino per un po’. Dopo il chiacchiericcio della strada un po’ di silenzio, con un riparo dal sole che si fa sentire nella sua stagione estiva. Torno nella strada principale e compro un gelato.

Arrivo fino alla stazione, dove al di dietro c’è Matsopoulos Park. Un agglomerato di un vecchio mulino che è diventato un museo di attrezzature storiche (Matsopoulos Mill).

Il parco intorno al mulino è veramente piacevole da vedere. Misura famiglia con bambini. Sui ponti di legno del laghetto ci sono costruzioni di legno che ricordano la Cina. Ci sono anche vecchi treni sul binario per attrazione. Vicino ai vagoni dei tavoli per fare picnic. Molto carino mangiare con sfondo dei vecchi treni.


Passeggio un po’ e torno verso l’auto. Prima di lasciare la città visito una delle chiese. Agios Nikalaos. Da vedere

Parto per Pyli. A 20 Km da Trikala. Dove è presente il sito archeologico Vissariona. Città ancora con insediamenti bizantini. C’è uno spiazzo dove ci si può fermare, dove ci sono delle signore che vendono grappe e braccialetti, per attraversare il ponte ancora in piedi. Attraversabile senza problemi.

Nel lungofiume la strada ha ancora percorsi dell’epoca. Pochi ammodernamenti per turisti.

Tutto gratis.

Si torna in albergo. Dormo un po’. Come ogni sera osservo e ammiro il tramonto. Stasera mangiamo in una taverna diversa “Efrosino”. Salad Cheese e Souvlaki di maiale. Con poco si mangia bene.

4° giorno

“Talvolta mi piace vedere la storia del rock'n'roll come l'origine della tragedia greca. Immagino un gruppo di fedeli che danzavano e cantavano in piccoli spazi all'aperto. Poi un giorno dalla folla emerse una persona posseduta e cominciò a imitare un dio.” Jim Morrison


 Dopo aver proceduto alle pratiche check-out si prende la macchina e si parte per Larissa.

Il nome Larissa significa “fortezza” o “cittadella”. Una leggenda tramandata vuole che Larissa sia il nome di una ninfa che morì annegata nel fiume Peneo mentre giocava a palla lungo le sue sponde.


In pieno centro si trova un murales di Ennio Morricone visto che tutta la città era una fan e appassionata del gran compositore.

Complicato camminare e parcheggiare in Grecia. Tra pedoni che attraversano la strada, fuori dalle strisce, senza guardare, parcheggi in doppia fila.

Parcheggio vicino alla stazione, non molto distante dal caotico centro cittadino. 25 minuti a piedi.

Percorro le strade del centro, fuori assolutamente dal concetto italiano. Arrivo al teatro, che è alla visione di tutti.


Il teatro è stato costruito durante il regno di Re Filippo V di Macedonia, verso la fine del 3 ° secolo aC. Il teatro è stato in uso per sei secoli, fino alla fine del 3 ° secolo dC (o all'inizio del 4 ° secolo dC).

Il teatro , all’inizio , serviva come  duplice scopo: oltre a spettacoli teatrali, ma anche ospitato le assemblee della Regione.

Il teatro antico era inizialmente collegato con il culto del dio  Dioniso , c’è un piccolo altare votivo trovato vicino al teatro.

Bello e incredibile che dopo tutto questo tempo sia arrivato a noi.


Vicino al teatro, un po’ in alto, c’è un monastero. Bellissimi affreschi. Da non mancare.

Dietro il teatro ci sono le rovine della basilica di StAchilles. Venuto alla luce nel 1978 durante la costruzione di un mercato all’aperto. Costruito vicino al teatro e ad un mercato Ottomano. La basilica era il tempio dedicato ad Achille, patrono della città e primo vescovo.

Lo stile testimonia che il tempio fu costruito nel VI o VII secolo. Durante gli scavi all'interno del tempio, sono venuti alla luce alcuni marmi, non datati, sebbene la maggior parte di essi fosse stata riutilizzata come lastre di copertura delle tombe che probabilmente esistevano prima della basilica.


La scoperta di tombe sia all'interno che all'esterno del tempio mostra che fu utilizzato come cimitero non solo durante il medio periodo bizantino, ma anche durante il XIII secolo.

Giro per i vicoli della città completamente animati. Le taverne aspettano arrivo dei turisti,o dei greci,  affamati. I negozi si animano di persone che vogliono comprare oggetti o vestiti, sempre nella logica del distanziamento sociale per il Covid.

In una piazza interna è molto carina la fontana con reminiscenze dell’impero greco.


Prendo l’automobile e vado verso l’autostrada. Da Larissa a Salonicco sono 4 i pedaggi (totale 9,10 €).

Le toilette in autostrada sono all’interno di piazzole di soste con parcheggio.

Arrivo a Salonicco mi godo la città. Anche se l’ho già vista e ripercorro con la mente e con il corpo i posti turistici.

E’ ora di lasciare la Grecia. Un viaggio belo, interessante, suggestivo, e assolutamente irrepetibile.

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