Meteora , che come dice Wikipedia, prende il nome dalla lingua greca Μετέωρα, pronunciato [mɛtɛoɾɐ], letteralmente "in mezzo all'aria" dal greco "META'" "in mezzo a" e "AER" aria, "sospeso in aria" o "in alto nei cieli".Un viaggio pensato e sognato già due anni fa , poi causa
altre destinazioni e il Virus Covid ho rinviato fino a che , organizzato in
buona parte, parto finalmente per vedere
le Meteore.
Parto da Bergamo dove all'ingresso aeroporto mi rilevano la
temperatura. Tutto in ordine. Ingresso snello, infatti siamo quasi in 50 a
bordo dell’aereo. Niente assembramento. Venti minuti prima della prevista
partenza siamo già proni per spiccare il volo.
Atterro a Salonicco. Nell’aeroporto greco controllo visivo
del Qr code (prima di partire per la Grecia bisogna registrarsi su
Travel.gov.gr, comunicare i tuoi dati, dove alloggerai e per quanto rimani nel
Paese). Niente lettura del QR code con lo scanner. Niente tampone. In meno di
tre minuti esco dall’aeroporto.
A Salonicco avevo già noleggiato macchina mediante
Rentalcars. Pagato Full Risk, così nessuna ansia di piccoli incidenti o
verifiche sul telaio. La macchina è con Enterprises. Per andare a prendere
l’automobile bisogna aspettare navetta che ti porta oppure fare 3Km a piedi. Io
ho optato per quest’ultimo. Firmo contratto, parlo un po’ del Covid,
confrontando i due paesi, con l’addetto e parto. Ho in dotazione una Suzuki
Baleno.
Sono 230 Km di viaggio per arrivare. Sono 2 le barriere
autostradali per il pagamento pedaggio ( totale 3,40 € ). Autostrada,
circondata dal nulla, piena di autovelox. Non so se veri o presunti. Cerco di
mantenere la velocità prevista.
Mi fermo un autogrill che si trova lungo il viaggio. Panino
con salsiccia e bottiglia d’acqua 4€. Prezzi buoni rispetto all’Italia.
Dopo alcuni Sali e scendi arrivo a Kastraki, il paese vicino
al sito delle Meteore. S’intravedono già le rocce che faranno da contorno ai
Monasteri, come se le proteggessero. Parcheggio auto e entro al Meteoritis
Hotel, la mia casa o stanza per quattro giorni. Un buon albergo. Il
responsabile ti spiega in maniera easy orari monasteri e come arrivare.
In camera per una doccia. Esco e vado a piedi fino al centro
della città, alcuni Km dall’albergo. Compro qualche souvenir. Gironzolo. Prima
dell’albergo trovo una taverna con giardino, vista rocce. Mangio un Souvlaki di
pollo e Tzatziki. Gatti piccoli mi fanno compagnia con il loro arruffarsi e
fame. Torno in albergo.
Colazione a buffet in albergo con addetta che ti riempie il piatto su
quello che tu indichi. Decido di andare a piedi. I monasteri che sono 6 e sono
sparsi verso la strada, l’ultimo è distante 1 h 30 minuti circa dall’albergo.
Per vederli tutti c’ho impiegato due giorni.
Nell’XI secolo alcuni eremiti si isolarono su queste rocce
sia per una questione spirituale che per le persecuzioni dei cristiani da parte
dei Turchi. I primi monasteri sulla sommità delle rocce vennero costruiti
intorno al XIV. Divennero in poco tempo famosi centri di culto. Ne furono
costruiti ben 24, ad oggi ne sono rimasti in piedi 6. Per la strada si possono
notare qualche rudere. Le Meteore sono
state dichiarate nel 1998 Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco.
Sulla formazione di queste rocce ci sono delle teorie non
confermate. Quella più accreditata ritiene che un tempo qui ci fosse il mare e
le meteore non fossero altro che dei depositi
sedimentari stratificati. A
seguito di movimenti della crosta terrestre il mare si svuotò e questa zona
assunse una sfumatura ancor più montana. Restarono quindi i pinnacoli dei
sedimenti che nel frattempo si erano induriti ed increspati. Col passare del
tempo gli agenti atmosferici, in primis il vento, hanno levigato e dato le
sembianze attuali alle Meteore.
La seconda teoria sostiene invece che siano la conseguenza
di un forte terremoto che abbia modificato in maniera sostanziale questa zona.
piedi dall’albergo.
Bisogna tener conto sia degli orari che dalle chiusure dei
vari monasteri.
Agios Nikolaos
aperto dalle 9.00 alle 16. Chiusura Venerdì
Roussanou aperto
dalle 9.00 alle 17 (9,30-17 la Domenica). Chiuso il Mercoledì
Gran Meteora
Aperto dalle 9.00 alle 15. Chiuso il Martedì
Varlaam Aperto
dalle 9.00 alle 16. Chiuso il Venerdì
Agia Triada Aperto
dalle 9.00 alle 17. Chiuso il Giovedì.
Santo Stefano
Aperto dalle 9.00alle 13.30 dalle 15.30 alle 17.30 chiuso il lunedì.
Se andate nel weekend sono tutti aperti.
Il primo che troveremo sulla nostra strada è Agios Nikolaos,
il più piccolo. Le scale per la prima volta pesano poi per gli altri monasteri
riesci ad arrivare senza fiatone.
LA bellezza del luogo circostante e il pensiero della costruzione
sulle cime è meraviglioso. Il panorama dall’alto è bellissimo. Prezzo Ingresso
per ogni monastero è di 3 €. Vale la pena vederli tutti. Bellissimi sono gli
affreschi del 1527 d.C di Theofanis il Monaco. (Theophanes Strelizas)
IN alcuni monasteri è severamente vietato fare foto. In
altri, anche se presente cartelli, sono più tollerabili.
Assaporato il panorama e il monastero scendo le scale e mi
incammino al prossimo monastero.
Le rocce mi fanno da contorno in questo cammino. Fotografo molto.
Arrivo a Roussanou. Si sale di meno. Il monastero dei gatti,
ce ne sono moltissimi sia ai piedi che nel ponte all’interno.
Qui sono più tolleranti per le foto. Riesco a fotografare
anche la chiesa. Ora è un monastero femminile.
Io lo trovo molto bello. Splendide le vetrate colorate.
All’interno c’è anche un piccolo negozietto di souvenir,
dove faccio compere.
La tecnica degli affreschi della chiesa sono della Scuola
Cretese dell’iconografia. Eseguiti da Tzortzes.
Una delle leggende arrivate a noi dice che Roussanou
proviene da uno degli abitanti che ha abitato le rocce: Arsenios. Nel tempo è
diventato Roussanou. Nel nartece si possono vedere varie composizioni dell’ultimo
giudizio. Il monastero venera Santa
Barbara protettrice , tra alcuni, di armaioli e artiglieri.
A piedi arrivo fino ai due monasteri vicini. Gran Meteora e
Varlaam.
Se devo usare un metro di giudizio sulla bellezza ho trovato
Varlaam il più bello tra quelli visitati. Nei due monasteri l’atmosfera e
l’ambiente è diverso. All’esterno si trovano bancarelle che vendono souvenir.
Presente anche camion che vende panini e bibite.
Il panorama sia sulle scale che la vista di un monastero da
un altro è assolutamente sensazionale. Un qualcosa che sarà inimitabile negli
altri viaggi.
Si possono vedere funi usate fino agli anni Trenta per calare
provvigioni e monaci. Durante la mia permanenza ho visto un monaco che mediante
una specie di cabina attaccata ad una fune, sospesa nel vuoto,
passa dalla terra ferma al monastero.
Interessanti gli affreschi tardo-bizantini
dell’artista Frangos Kastellanos, il piccolo museo o il grandioso dipinto
murale in cui Alessandro Il Grande viene raffigurato come un umile scheletro.
Varlaam è stato famoso nel tempo come Centro di cura dei
vari monaci malati. La parte nord è alta 123 metri, mentre la parte sud 373
metri.
I monaci cambiano nome durante la sua tonsura e fa tre voti
a Dio : Voto di Obbedienza, Voto di Castità ( che non vuol dire rinuncia al
matrimonio, ma amore incondizionato verso Dio), Voto di povertà.
A Varlaam c’è il Gran Meteora. Il più grande dei 6. Il monastero ha 3 musei:
Museo Ecclesiastico, Folklore e Monastico. Stupenda la foto di Hitler gettato
da una roccia di un monastero.
Qui si vede in modo in pieno e magistrale la città lontana.
Il monastero è Noto anche come monastero della
Trasfigurazione di Gesù. Fondato da Sant’Atanasio delle Meteore nel Trecento,
divenne ricchissimo in seguito alla generosa donazione dell’imperatore serbo
Symeon Uros, che decise di abbandonare la sua posizione privilegiata per
diventare monaco.
Gli affreschi presenti sono veramente stupendi, come in tutti i
monasteri. Il pensiero della costruzione di questi architettonici siti rendono
la bellezza del luogo. Gli affreschi la contornano di qualcosa di mistico e di
impareggiabile.
Scendo dal monastero e compro un hot dog con una bottiglia
d’acqua (2 €).
Si sale arrivo al quinto monastero. Sopra la roccia ma
completamente isolato e con il vuoto intorno alla roccia. Infatti per salirci
bisogna scendere e poi salire.
Visto l’orario e la stanchezza decido di vederlo il giorno
dopo, insieme a Santo Stefano.
Torno in albergo. Doccia e qualche ora di sonno.
Vado in città a Kastraki. C’è un posto che si vede un
tramonto bellissimo anche se il sole muore oltre le montagne.
Mangio stesso posto del giorno prima. Dove si mangia bene si
torna. Taverna Battalagianni.
3° giorno
“La grande scoperta
dei Greci fu quella di considerare la natura non come qualcosa di estraneo
all'uomo che in essa vive, ma come un mondo ben ordinato nel quale egli può
realizzare i suoi progetti.” William Boyd
Si prende la macchina e si arriva da Agia Triada. Il più faticoso per
salita ma di una bellezza unica come panorama. Le scale entrano nella roccia.
Sono 140 i scalini da fare per raggiungere il monastero. La
cattedrale principale del monastero fu costruita nel XV secolo e decorata con
affreschi nel 1741 da due monaci. I dipinti murali sopravvissuti oggi sono
opera degli agiografi Antonios il sacerdote e di suo fratello Nicolaos.
Di grande interesse è la cappella di Timios Prodromos (San
Giovanni il Precursore), una piccola chiesa circolare con cupola, scavata nella
roccia, interamente decorata con pitture murali di belle arti risalenti al
1682.
Una parte del monastero è stata utilizzata come
ambientazione per le scene finali del film di James Bond “Solo per i tuoi occhi”
con Roger Moore e Carole Bouquet.
Si parte e si arriva all’ultimo monastero Santo Stefano. Non
ci sono scalini e all’altezza strada.
Al suo interno c’è il famoso sacro cranio di San Caralampos,
che è diventato il secondo santo protettore del monastero. Fu usato come
nascondiglio per “Guerrieri della Lotta macedona” durante le lotti di
liberazione della Macedonia. Durante l’occupazione nazista il monastero fu
bombardato, la chiesa di San Caralampos distrutta e il Priore arrestato e
imprigionato. Nel 1961 divenne un convento femminile.
La vecchia mensa è ora un museo.
Dopo la visita si parte e si arriva a Trikala. Questa città
menzionata nell’Iliade di Omero, si trova a 25 Km dall’ultimo monastero.
In Grecia è difficilissimo trovare parcheggio. Lascio l’auto
un po’ fuori e cammino fino verso il centro. Prima tappa è il castello
bizantino. All’interno del sito c’è anche un bar e una zona ristoro.
Il castello non è visibile al suo interno, ma solo la parte
esterna. C’è una passeggiata nella zona archeologica che ti porta sia al
castello che alla Torre dell’orologio. All’ingresso ti lasciano una brochure
nelle principali lingue tranne l’italiano.
Tutto gratis con apertura dalle 9 alle 16. Il panorama della città è
carino.
Vado verso il ponte principale della città che fu costruito
nel 1886 è un po’ il punto di riferimento di Trikala. Si trova nei pressi della
piazza centrale e della zona pedonale di Asklipiou.
A Via Apollonos ci sono degli ombrelli colorati arcobaleno
sospesi in aria. Molto suggestivo. La città è piena di persone che fa colazione
e stanzia nei vari tavolini degli innumerevoli caffè della città.
E’ una città molto viva. Mi piace.
Scendo verso il fiume Litháios che attraversa la città e
cammino per un po’. Dopo il chiacchiericcio della strada un po’ di silenzio,
con un riparo dal sole che si fa sentire nella sua stagione estiva. Torno nella
strada principale e compro un gelato.
Arrivo fino alla stazione, dove al di dietro c’è Matsopoulos
Park. Un agglomerato di un vecchio mulino che è diventato un museo di
attrezzature storiche (Matsopoulos Mill).
Il parco intorno al mulino è veramente piacevole da vedere.
Misura famiglia con bambini. Sui ponti di legno del laghetto ci sono
costruzioni di legno che ricordano la Cina. Ci sono anche vecchi treni sul
binario per attrazione. Vicino ai vagoni dei tavoli per fare picnic. Molto
carino mangiare con sfondo dei vecchi treni.
Passeggio un po’ e torno verso l’auto. Prima di lasciare la
città visito una delle chiese. Agios Nikalaos. Da vedere
Parto per Pyli. A 20 Km da Trikala. Dove è presente il sito
archeologico Vissariona. Città ancora con insediamenti bizantini. C’è uno
spiazzo dove ci si può fermare, dove ci sono delle signore che vendono grappe e
braccialetti, per attraversare il ponte ancora in piedi. Attraversabile senza
problemi.
Nel lungofiume la strada ha ancora percorsi dell’epoca.
Pochi ammodernamenti per turisti.
Tutto gratis.
Si torna in albergo. Dormo un po’. Come ogni sera osservo e
ammiro il tramonto. Stasera mangiamo in una taverna diversa “Efrosino”. Salad
Cheese e Souvlaki di maiale. Con poco si mangia bene.
4° giorno
“Talvolta mi piace vedere la storia
del rock'n'roll come l'origine della tragedia greca. Immagino un gruppo di
fedeli che danzavano e cantavano in piccoli spazi all'aperto. Poi un giorno
dalla folla emerse una persona posseduta e cominciò a imitare un dio.” Jim
Morrison
Dopo aver proceduto alle
pratiche check-out si prende la macchina e si parte per Larissa.
Il nome Larissa significa “fortezza” o “cittadella”. Una
leggenda tramandata vuole che Larissa sia il nome di una ninfa che morì
annegata nel fiume Peneo mentre giocava a palla lungo le sue sponde.
In pieno centro si trova un murales di Ennio Morricone visto
che tutta la città era una fan e appassionata del gran compositore.
Complicato camminare e parcheggiare in Grecia. Tra pedoni che
attraversano la strada, fuori dalle strisce, senza guardare, parcheggi in
doppia fila.
Parcheggio vicino alla stazione, non molto distante dal
caotico centro cittadino. 25 minuti a piedi.
Percorro le strade del centro, fuori assolutamente dal
concetto italiano. Arrivo al teatro, che è alla visione di tutti.
Il teatro è stato costruito durante il regno di Re Filippo V
di Macedonia, verso la fine del 3 ° secolo aC. Il teatro è stato in uso per sei
secoli, fino alla fine del 3 ° secolo dC (o all'inizio del 4 ° secolo dC).
Il teatro , all’inizio , serviva come duplice scopo: oltre a spettacoli teatrali, ma
anche ospitato le assemblee della Regione.
Il teatro antico era inizialmente collegato con il culto del
dio Dioniso , c’è un piccolo altare votivo
trovato vicino al teatro.
Bello e incredibile che dopo tutto questo tempo sia arrivato
a noi.
Vicino al teatro, un po’ in alto, c’è un monastero. Bellissimi
affreschi. Da non mancare.
Dietro il teatro ci sono le rovine della basilica di
StAchilles. Venuto alla luce nel 1978 durante la costruzione di un mercato all’aperto.
Costruito vicino al teatro e ad un mercato Ottomano. La basilica era il tempio
dedicato ad Achille, patrono della città e primo vescovo.
Lo stile testimonia che il tempio fu costruito nel VI o VII secolo.
Durante gli scavi all'interno del tempio, sono venuti alla luce alcuni marmi,
non datati, sebbene la maggior parte di essi fosse stata riutilizzata come
lastre di copertura delle tombe che probabilmente esistevano prima della
basilica.
La scoperta di tombe sia all'interno che all'esterno del
tempio mostra che fu utilizzato come cimitero non solo durante il medio periodo
bizantino, ma anche durante il XIII secolo.
Giro per i vicoli della città completamente animati. Le taverne
aspettano arrivo dei turisti,o dei greci, affamati. I negozi si animano di persone che
vogliono comprare oggetti o vestiti, sempre nella logica del distanziamento
sociale per il Covid.
In una piazza interna è molto carina la fontana con reminiscenze
dell’impero greco.
Prendo l’automobile e vado verso l’autostrada. Da Larissa a
Salonicco sono 4 i pedaggi (totale 9,10 €).
Le toilette in autostrada sono all’interno di piazzole di
soste con parcheggio.
Arrivo a Salonicco mi godo la città. Anche se l’ho già vista
e ripercorro con la mente e con il corpo i posti turistici.
E’ ora di lasciare la Grecia. Un viaggio belo, interessante,
suggestivo, e assolutamente irrepetibile.
Torno In Italia