Settembre 2020
Un giorno a Parma.
Dalla stazione di Bologna raggiungo Parma. Circa 1h e 30' di viaggio.
Superando il monumento della stazione, mi inoltro una via per raggiungere la mia prima tappa. Dopo aver attraversato qualche negozio di salumi, grande gioia di gusto e vista, arrivo al Palazzo della Pilotta.
Il suo nome deriva dal gioco nobiliare della “pelota”che si praticava nei suoi cortili in particolari occasioni di rappresentanza.
Originariamente concepito come contenitore dei servizi della corte dei Farnese, atto ad integrare il sistema delle residenze ducali, collegando il Palazzo di rappresentanza (attuale Palazzo del Giardino), posto al di là del torrente e il più modesto edificio che ospitava la sede della corte farnesiana
In un unico Palazzo possiamo visitare Museo Archeologico nazionale, Teatro Farnese, Biblioteca Palatina, Galleria nazionale e il Museo Bodoniano.
Il prezzo a settembre era di 10 euro, per vedere Teatro , la Galleria e la Biblioteca. Il museo era in ristrutturazione.
Grande scalinata per giungere al primo piano. Si entra nella Biblioteca. La terza istituzione culturale ospitata nel Complesso Monumentale della Pilotta è la Biblioteca Palatina, che nasce l’1 Agosto 1761 grazie alla volontà di Don Filippo di Borbone, Duca di Parma, che vuole dotare il suo ducato di una biblioteca di utilità pubblica perseguendo un illuminato progetto culturale promosso dal suo primo ministro Guillaume Du Tillot.
Da ammirare c’è il “Salone Maria Luigia“, dove troverai i libri disposti in nicchie , con il soffitto decorato da Francesco Scaramuzza, che raffigura Prometeo che, protetto a Minerva, ruba una scintilla al Sole.
Francesco Scaramuzza dipinge con soggetti danteschi e anche per questo motivo è chiamata “Sala Dante“. Volgendo lo sguardo alla parete Nord potrai ammirare L’incontro di Dante e Virgilio con i poeti, mentre in quella Ovest Aristotele seduto tra i filosofi. Altri bellissimi su altre pareti.
Dalla Biblioteca si passa al Teatro Farnese.
Il Teatro Farnese, opera lignea di Giovan Battista Aleotti, fu voluto da Ranuccio I Farnese nel 1618 per festeggiare la sosta a Parma di Cosimo II de’ Medici e venne collocato nel Palazzo della Pilotta trasformando l’originaria Sala d’Armi. L’inaugurazione avvenne nel 1628 in occasione del matrimonio tra Margherita de’ Medici e il Duca Odoardo Farnese.
Dopo un forte bombardamento nel 1944 fu operata la ricostruzione secondo disegni originali: le parti lignee, un tempo completamente decorate, vennero lasciate al naturale per evidenziare le poche, originarie, recuperate.
La Galleria Nazionale di Parma, che diventa pubblica all’inizio dell’Ottocento grazie a Maria Luigia d’Austria. Lei incarica l’architetto Nicola Bettoli e il pittore Paolo Toschi di progettare uno spazio adeguato a dare massimo risalto alle grandi pale d’altare di Correggio, accanto ai numerosi dipinti e alle acquisizioni via via effettuate.
Ma la Galleria Nazionale di Parma come vista oggi è stata realizzata tra gli anni Settanta e Novanta del secolo scorso, grazie ad un’imponente opera di ristrutturazione guidato dall'architetto parmigiano Guido Canali.
Oggi gli spazi espositivi che potrai visitare nella Galleria Nazionale di Parma sono ben 9. Nello specifico: “La Rocchetta” dove sono espose bellissime opere del Parmigianino e del Correggio, per proseguire con i tre magnifici “Saloni Ottocenteschi” nei quali spiccano, all’interno del salone ovale, le 2 statue colossali romane di Ercole e Bacco, provenienti dal Palatino.
Il terzo spazio, che si sviluppa nelle ali Ovest e Nord dell’edificio della Galleria Nazionale di Parma è intitolato “Dal Medioevo a Leonardo“, e culmina proprio con La Scapiliata del maestro fiorentino. Mentre lo spazio intitolato “Rinascimento in Emilia” è dedicato agli artisti parmensi ed emiliani attivi tra fine Quattro e inizi Cinquecento.
Il percorso prosegue sulla linea temporale con la sezione intitolata “Dal Rinascimento al Barocco“, ospitata nell’ala Nord. Inoltre si viaggerà tra “Seicento e Settecento” dove troverai opere di pittori seicenteschi lombardi e genovesi, e settecenteschi della scuola veneta.
Poi arriverai alla magnifica “Sala del Trionfo“, che ha come protagonista lo splendido Trionfo da Tavola dello scultore catalano Damià Campeny del 1803, caratterizzato da elementi allegorici che rappresentano lo scorrere del tempo e il ciclo della natura. È realizzato con materiali preziosi, tra i quali marmi pregiati, pietre dure e bronzi dorati.
Sei quasi al termine della visita della Galleria Nazionale di Parma, ma ti mancano ancora i due bellissimi spazi dedicati alla famiglia Farnese: la “Collezione Farnese“, che raccoglie molte delle opere pittoriche delle collezioni famigliari provenienti dalla scuola locale, e la “Passerella Farnese“, un lungo corridoio nel quale sono mostrati i ritatti di famiglia realizzati da diversi artisti locali.

Demolito l’oratorio, il nuovo tempio fu costruito tra il 1521 e il 1539. Il primitivo progetto fu di Gianfranco Zaccagni, poi i lavori furono proseguiti dallo Zucchi e successivamente da Gianfranco Ferrari D’Agrate, che apportò modifiche al progetto originario.
Il grande arcone sopra l’altare maggiore è uno dei capolavori di Francesco Mazzola detto il Parmigianino, che lo affrescò tra il 1533 e il 1539.
Sulla destra ha raffigurato le “Vergini sagge” con la lampada accesa e sulla sinistra le “Vergini stolte” con la lampada spenta. Nel catino dell’abside dietro l’altare maggiore, l’affresco dedicato all’Incoronazione della Vergine venne eseguito tra il 1541/1547 da Michelangelo Anselmi su cartoni di Giulio Romano.
Meravigliosa.

L’Assunzione della Vergine del Correggio è una grandiosa
opera prospettica, dove luce, composizione e movimento si fondono in un
capolavoro di illusionismo visivo.A cavallo tra il linguaggio pittorico
rinascimentale e l’audacia dell’arte barocca, questa cupola venne ben presto
definita “scandalosa” da alcuni critici contemporanei. Ciò che più colpisce
l’osservatore è indubbiamente l’Ascensione di Maria in cielo: un vorticoso
intreccio di figure che accompagnano la Vergine verso il cerchio dei beati. Al
centro della cupola vi è il Cristo, che discende dalla luce con una posa
plastica e per l’epoca incredibilmente innovativa.
Sempre nell’abside si può ammirare il Cristo in gloria un affresco di Gerolamo Mazzola Bedoli. Al centro è raffigurato Cristo, che sale al cielo tra un tripudio di angeli e santi. Dopo aver goduto la Cattedrale. Si va verso la natura e si va verso il Parco Ducale, dove si passeggia tra famiglie e ragazzi che si godono il sole. All’interno del Parco troviamo l’antico Palazzo Ducale e il Palazzetto Eucherio Sanvitale, quest’ultimo costruito su forme rinascimentali nel 1520 da Giorgio da Erba.