Si torna in Spagna. Precisamente nel Nord, nella regione della Cantabria.
Si parte da Roma Ciampino all'alba. Rynair con 2h e 15' minuti circa ti porta nella penisola Iberica. Aeroporto di Santander è piccolino, qualche volo al mattino e qualcuno al pomeriggio. Forse il calo del traffico , non intenso, è dovuto anche alla pandemia in essere.
Fuori dal Terminal c'è la possibilità di prendere il bus che ti porta al Centro. Orari non sempre lineari, che credo seguono i pochi voli dell'aeroporto.
Prezzo del viaggio fino alla Stazione Autobus è 2,90 € che è pagabile anche all'autista. In 10 15 minuti sei arrivato.
Dalla stazione salgo scalinate e vedo le Cattedrale, che è a due piani parte Sopra e Parte Sotto.
Ai piedi si possono vedere le antiche rovine romane, ben visibili. C'è una piccola teca dedicata a Santo Emeterio e Celedonio con le sue reliquie.
Dati storici, come spesso accade , si sono intrecciati con la leggenda, si narra che San Emeterio e San Celedonio fossero due fratelli indigeni di Calahorra (già Calagurris Rioja) che, dopo aver prestato servizio nelle legioni romane, professarono la loro fede cristiana nell'epoca turbolenta dell'imperatore Diocleziano, subendo così la persecuzione e il martirio per cui il suo il regno è così ben noto. Dopo essere state decapitate, le loro teste furono gettate nel fiume Ebro, attraversando l'intera costa peninsulare fino a raggiungere le coste di Santander.
Il vescovo Menéndez Luarca, entusiasta devoto dei martiri San Emeterio e San Celedonio, nel 1743 consacrò una delle campane della cattedrale con il nome di "campanón de los Santos Mártires" e l'altra "della Virgen del Carmen" , sottolineando così la natura fondamentalmente marittima di Santander. A proposito di questa campana consacrata ai Santi Martiri: “Ogni volta che c'è tempesta o mareggiata, la campana viene suonata per ravvivare la fede e dare consolazione a coloro che sono in pericolo [marinai] che tutti la gente li ricorda e ne
prova compassione e li affida al patrocinio degli avvocati”.
Esco dalla Cattedrale e raggiungo il piazzale prima del porticciolo.
Luci stupende. Non è una bella giornata, ma un nugolo di nuvole coprono il sole pitturando la giornata di un colore fantastico.
C'è un piccolo monumento dell'incendio del 1941 che colpì una parte della città.
Il 15 febbraio 1941, a Santander si scatenò una catastrofe che l'avrebbe cambiata per sempre. Un incendio, sferzato da un intenso vento da sud, divorò il centro della città, lasciando con sé 10.000 vittime e 120.000 metri quadrati di macerie.
Ora la città è completamente ricostruita.
Supero il Centro Botìn di Renzo Piano , che a richiamare la nota passione del maestro per la nautica, l’edificio ricorda una struttura marittima – un po’ una piattaforma petrolifera ed un po’ una nave in un bacino di carenaggio.
Nel Centro vengono esposti maggiormente dipinti d'arte contemporanea. Il prezzo del biglietto è di 5 euro, 4 se preso online anticipatamente.
Scappando da un cane che voleva mordermi mi gusto il sole mi assaporo il riflesso del sole sull'oceano.
Un pescatore immerso alla ricerca del tiraggio della lenza per qualche pesce da trofeo, runner che corrono, bambini che ridono. Ecco la fotografia del momento.
Nel cammino Potremo imbattersi nel Monumento dei Raqueros. Questo monumento si compone di quattro figure di bronzo che raffigurano sono 4 bambini, uno in piedi che guarda il mare, due seduti e un altro che si lancia in mare. Rappresentano dei personaggi tipici di Santander chiamati "raqueros". Erano bambini poveri o senza casa che si sostenevano raccogliendo le monete che i turisti tiravano in mare. Alla loro epoca (fine del XIX, inizi del XX secolo) si trasformò in una sorta di spettacolo.
Passeggio sul porticciolo fino al Museo Maritimo poi torno indietro da strade parallele. Il camminare e vedere cose nuove con le luci presenti è meraviglioso. Quanto mi mancava viaggiare e il viaggio.
Bella la chiesa che si trova sulla Scalinata di Calle Clara. Arrivo nella piazza del Comune (Ayuntamiento). Mangio qualcosa in un ristorante con tavoli sulla piazza e riparto.
Il municipio di Santander si trova nel cuore finanziario e commerciale della città, vicino alla cattedrale e a Plaza Porticada. Nelle vicinanzesi possono trovare negozi di ogni genere, banche, caffè, ristoranti.
Da Calle Josè arrivo a Calle Rio de La Pila dove si trova un ascensore panoramico( che a Santander chiamano Funicolare) dove si può vedere tutta la baia dall'alto.
Da vedere assolutamente. E' gratis.
Si torna al centro. Si vive qualche viuzza.
Si va in albergo. Prendo la Circolare 1 dalla Stazione Autobus e raggiungo Hotel Nueva Plaza a Maliano.
Biglietto metro 2,30 € senza tessera, che dovete ricordare di non buttare.
Dopo doccia e check in gironzolo nei pressi albergo. Mangio e vado a dormire.
2° giorno
“In Spagna, fino a trent’anni fa, i figli ereditavano la povertà, ma anche la dignità dei genitori, imparavano un modo di esserepoveri senza sentirsi umiliati, senza perdere la dignità e senza smettere di lottare per il futuro. Vivevano in un paese in cui la povertà non era motivo di vergogna, né tantomeno un pretesto per arrendersi.”
ALMUDENA GRANDES (scrittrice spagnola)
Prenoto Online Biglietto Bus per Oviedo. Andata viaggio diretto e ritorno con fermate. Il prezzo totale è di 38,41€. Posti prenotati.
Il viaggio dura 2h e 15 minuti. Si dorme per un bel tempo del viaggio.
Fondata nell’VIII secolo a.C. da due monaci, Maximo e Fromestano, ì la città conobbe il suo massimo splendore nel IX secolo, grazie ad Alfonso II.
Durante le guerre napoleoniche, la città fu saccheggiata dai francesi e fu assediata nel corso della guerra civile spagnola. Nel 1521 un incendio la distrusse e la città venne ricostruita nel 1521 da Carlo I. Nel 1934 Oviedo fu centro dell’insurrezione delle Asturie e subì altri gravi danni.
La Cattedrale di San Salvatore Sorge su una basilica costruita da Fruela I in onore di San Salvador. I lavori di edificazione ebbero inizio nel XIII secolo e si conclusero nella seconda metà del XVI. La facciata è opera di Juan de Badajoz e di Pedro de Buyeres.
Per visionare la Chiesa si paga 7 euro, con la possibilità di avere l'audioguida che spiega storicamente ogni piccolo pezzo.
Da vedere.
Interessante è Camera Santa costruita nel Ix Secolo da Alfonso II detto il Casto
Il re pio volle che vi venissero custodite le sante reliquie fatte portare dal vicino Monsacro.
Tali reliquie erano arrivate in Asturia da Toledo – dove erano state trasferite “da diversi luoghi” dai cristiani, per evitare che cadessero nelle mani degli arabi, dopo la sconfitta dell’esercito visigoto a Guadalete. La più insigne di tutte è il Santo Sudario che, secondo la tradizione, fu collocato sul volto di Cristo quando venne deposto dalla croce fino alla sua sepoltura definitiva.
In questo stesso luogo si conservano anche le croci degli Angeli e della Vittoria. La prima è insegna della chiesa e della città di Oviedo, la seconda del Principato delle Asturie. Giacché queste reliquie sono custodite nella Camera Santa da tempi diremmo immemorabili, la cattedrale di Oviedo è chiamata “Sancta Ovetensis”.
Esco. C'è una gara podistica.
Visto che è ora di pranzo mi fermo in un osteria vicino per mangiare.
Dopo il ristoro continuo a camminare e vado verso il mercato El Fontan. Molto colorato. Non presenti ristoranti o luoghi per mangiare.
Poco vicino c'è un bel polmone verde dove è presente una festa (Campo San Francisco) con molti chioschi, giochi per bambini e adulti che si divertono.
Nel Parco c'è uno stagno con cigni e anatre che ci vivono.
Gironzolo e poi esco dal parco.
Di fornte al parco su Calle Milicias Nacionales c'è la statua di Woody Allen, che ha girato nella città alcune scene del suo film “Vicky Cristina Barcelona”.
Più avanti su Calle Doctor Casal c'è una statua di un cane, simboleggia l'abbandono degli animali.
Da vedere la Basilica de San Juan El Real. Fuori una statua di Luis Riera Posada , alcalde de Oviedo.
Oviedo è una città bellissima , piena di gioia. Ci si può imbattere in edifici preromanici, chiese gotiche e palazzi barocchi mentre cammini nel
centro. Una città da vedere assolutamente a piedi e consigliata.
Da Oviedo, inoltre, parte il Cammino Primitivo, un itinerario a piedi di oltre 300 km che ricalca il percorso seguito dal re Alfonso II nel IX secolo per giungere alla tomba dell’apostolo Santiago.
Bella. Torno al Bus e vado a Santander.
Si chiude la giornata.
3° giorno
“Ci divertimmo moltissimo in Spagna quell'anno, viaggiando e scrivendo. Hemingway mi portò a pescare i tonni e io ne presi quattro scatolette.”
Woody Allen
Da Paseo Pereda arrivo al Palacio Magdalena. Il Paseo de Pereda nel 1985, è stato dichiarato Bene d'Interesse Culturale sotto la categoria Complesso Storico di Santander. Vi si trovano numerosi edifici storici e signorili che vanno dal XVIII secolo sino ai principi del ventesimo.
Alla fine del Paseo si trovano i Giardini di Pereda con il monumento di "Pereda alla montagna" dove è inoltre ubicato uno degli uffici del turismo di Santander.
Continuando il Paseo, salendo le scale, si arriva al Real Sitio Magdalena. La sua costruzione, tra il 1908 e il 1912 fu la conseguenza di un'iniziativa comunale: il Comune volle dare ai re Alfonso XIII e Victoria Eugenia una residenza estiva che consolidasse la tradizione estiva che già si stava radicando in città e provincia. I monarchi e i loro figli si godevano le estati di Santander tra il 1913 e il 1930.
Dalla Seconda Repubblica, il Palazzo ebbe diversi usi che ne deteriorarono lo stato, sia all'interno che all'esterno: fu sede dell'Università Estiva Internazionale, ospedale, residenza temporanea per le persone colpite dall'incendio del 1941. Nel 1977 il Comune acquisì questo patrimonio , di cui possono godere tutti i cittadini. Nel 1995 è stata completata una brillante riabilitazione globale degli edifici principali di La Magdalena.
Il parco è bellissimo, con il suo panorama, si vede isola con faro, mini zoo, molto verde, passeggiate, monumenti di zattere e vascelli
Nel mini zoo si possono vedere Foche e leoni marini.
Per visitare il Palazzo , solo sabato e domenica dalle 11.00 13.30, bisogna visitare e prenotare sul loro sito almeno 72 h prima.
Oltre al palazzo c'è da vedere il famoso Faro de la Cerda o faro dell'Argolla perché vicino a un attracco dove arrivavano barche con difficoltà sulla penisola della Magdalena. Prende il nome dal fatto che in quel luogo si trovava la batteria di Santa Cruz de la Cerda, progettata per proteggere l'accesso alla baia di Santander dai nemici.
Questo faro è stato inaugurato nel 1870. Essendo all'ingresso della baia e ancora lontano dalla città, è stato per secoli il luogo previsto dai regolamenti del porto di Santander per scaricare materiali esplosivi come polvere da sparo e soprattutto dinamite e quindi evitare che le navi cariche di questi prodotti entrerebbero nella baia di Santander e un'ipotetica esplosione potrebbe colpire la città. Attualmente le attività di carico e scarico del porto di Santander sono state trasferite nella zona sud della baia e l'ormeggio al Faro de la Cerda è stato utilizzato per imbarcazioni da diporto.
Questo edificio è stato convertito e oggi è la sede
dell'Aula del Mar, un progetto di insegnamento dell'autorità portuale, insieme all'Università della Cantabria e all'Università Internazionale Menéndez y Pelayo.
Torno indietro. Mi fermo in un ristorante pseudo italiano "Via Mazzini 43". Buona la pizza e buoni i prezzi.
Gironzolo verso il porticciolo. Mi incammino su Paseo Pena dove c'è un ascensore che ti porta sul livello superiore. Ascensore Cabildo.
Da vedere Parroqia Nuestra Senora de Consolacion.
Più avanti c'è il Parlamento regionale della Cantabria che risiede nell'Antiguo Hospital di San Rafael. Costruito nel 1791 da Josè Alday Fernandez. Venne ristrutturato nel 1984 per far risiedere il Parlamento regionale. Stile barocco, realizzato con pietra in muratura.
Bellissimo murales nel palazzo precedente.
Torno giù. Cammino per poi tornare in albergo ormai sera e con le gambe che chiedono riposo.
4° giorno
“Parlo spagnolo a Dio, italiano alle donne, francese agli uomini, e tedesco al mio cavallo.”
RE CARLO V D'ASBURGO E I DI SPAGNA
Si torna a casa.
Dall'albergo vado verso l'aeroporto che dista poco tempo. Un altro viaggio incamerato. Un altro sogno esaudito
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